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E’ Pasqua… siamo pronti per gustarcela?

E’ Pasqua… siamo pronti per gustarcela?

Oltre al rito religioso, la Pasqua viene onorata con il classico pranzo a base di agnello. Dalle nostre parti (in Puglia, nel Foggiano) c’è chi predilige l’agnello con i cardi e uova oppure l’agnello con piselli e uova.

Quello che vi proponiamo è l’agnello con la seconda variante…

Ingredienti

1,2 kg di agnello
500 gr di piselli già sgranati
2 cipolle
3 uova
80 gr di formaggio pecorino grattugiato
1 bicchiere di vino bianco secco
prezzemolo qb
sale qb
pepe qb
3 cucchiai di olio extravergine d’oliva

Preparazione

  1. Scaldare in tegame tre cucchiai di olio con la cipolla affettata grossolanamente. Appena questa imbiondisce unire l’agnello tagliato a pezzi, e girarlo più volte finché la carne incomincia a rosolare.
  2. Poi bagnarla, a più riprese, con qualche generosa spruzzata di vino.
  3. Infornare tutto a una temperatura moderata. A metà cottura unire i piselli, aggiustando di sale e di pepe.
  4. Intanto in una scodella, sbattere le uova con il pecorino e una buona manciata di prezzemolo tritato. Quando l’agnello è cotto versare sopra questo miscuglio, aspettare che si rapprenda, togliere dal forno e servire ben caldo.

Buona Pasqua.

Sicuramente avrete tanti altri modi di preparare questa bontà. Proponeteci le vostre ricette….

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Pubblicato da su marzo 29, 2013 in Le ricette

 

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Vi presentiamo il nostro Cacio d’Oro al peperoncino

Vi presentiamo il nostro Cacio d’Oro al peperoncino

E’ un piccolo e gustosissimo cacio di Puglia; formaggio da tavola prodotto da latte vaccino e latte ovino. La sua tenera consistenza è resa allegra dalle scaglie di peperoncino che gradevolmente “solleticano” il palato dei buongustai.E’ prodotto da latte vaccino, latte di pecora, peperoncino e caglio. Il suo peso si aggira attorno agli 800 grammi.

Lo potete trovare nel nostro e-shop ad un prezzo eccezionale… entro il 15 Aprile 2013 le spese di spedizione sono GRATUITE.

www.saporiveridelmediterraneo.com

 

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La bontà della ricotta dura pugliese

La bontà della ricotta dura pugliese

La Ricotta Dura è prodotta con siero (il liquido residuo della coagulazione del latte utilizzato per la produzione casearia) di pecora o capra. Il processo di lavorazione prevede che la lattoalbumina, una volta affiorata dal siero, sia lasciata cuocere prima di essere estratta per farla rassodare. Viene quindi pressata nei caratteristici stampi troncoconici e salata a secco. Dopo un periodo di riposo di circa sette giorni, durante il quale il prodotto acquisisce compattezza, seguono la stagionatura, che può durare due e più mesi, e un’eventuale leggera affumicatura. Alla commercializzazione la ricotta si presenta con forma troncoconica e crosta dura, pasta soda e compatta e sapore dichiaratamente sapido e deciso.

ABBINAMENTO:

può essere proposta al naturale oppure accompagnata con verdure cotte o insalate di stagione. Si usa anche grattugiata per insaporire primi piatti. Si abbina a vini bianchi di buona struttura, con profumi intensi e sapore persistente, morbidi e discretamente alcolici.

www.saporiveridelmediterraneo.com

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Canestrato Pugliese D.O.P.

Canestrato Pugliese D.O.P.

Il Canestrato Pugliese D.O.P.

Il Canestrato Pugliese – riconosciuto D.O.C. con D.p.r. del 10 set. 1985 e D.O.P. nel 1996 con il reg. (Ce) n.1107/96 – è un formaggio a pasta dura non cotta, ottenuto da latte intero di pecora di razza gentile di Puglia, le cui origini genealogiche provengono dalla razza merinos. Il suo nome deriva dai canestri di giunco pugliese, entro cui lo si fa stagionare, i quali sono uno dei prodotti più tradizionali dell’artigianato pugliese.

Il vero Canetrato Pugliese si produce in un periodo stagionale che va da dicembre a maggio, periodo questo legato alla transumanza dei greggi dagli Abruzzi alle piane del Tavoliere Pugliese. Di fatto questo formaggio deve la sua diffusione proprio alla transumanza. “Se tu puoi pecora bella/ in estate alla Maiella/ e d’inverno a Pantanella”, cioé nel Foggiano, ricordava Giustino Fortunato. E oggi, Benché si ricorra a mezzi meccanici per trasportare il bestiame, la produzione di questo formaggio rimane ancora leagta alle tradizioni pastorizie delle due regioni, facendo del Canestrato Pugliese un condensato di storia.

La lavorazione del Canestrato Pugliese avviene con una tecnologia caratteristica derivante dalla tradizione casearia meridionale. Si tratta piuttosto lunga e molto variabile, secondo le dimensioni delle forme che vanno dai 7 ai 14 chili. Nel periodo di lavorazione le forme, racchiuse nei tipici canestri, che assicurano quella caratteristica rugosità della crosta, vengono pressate per fare fuoriuscire l’umidità in eccesso.

Le salature del Canestrato Pugliese, rappresentano un ulteriore passaggio fondamentale nella preparazione di questo formaggio, infatti sono fatte a secco, spargendo il sale grosso, tipico delle saline di Marghrita di Savoia, attorno alla forma.

Il prodotto così ottenuto trova il suo utilizzo sia giovane che maturo, il suo sapore più delicato nel fresco e più intenso nell’altro, deriva oltre che dal tipo di pascolo e dal latte, principalmente dal caglio di agnello essiccato e con molta cura conservato con bucce secche di aranci, limoni e foglie di ortica.
Il Canestrato Pugliese giovane – stagionato mediamente 90 giorni – viene largamente utilizzato in abbinamento con bacche di fave, pera o verdure crude in pinzimonio tale abbinamento si sposa se servito con vini bianchi o rosati purché secchi e fermi, quali Locorotondo, San Severo bianco, fiano d’Avellino, Rosa del Golfo o Rosatello Antinori.

Il Canestrato Pugliese maturo in cucina trova la sua massima espressione grattugiato su piatti di pasta asciutta al ragù di carne o di involtini avendo cura di grattugiarlo direttamente sul piatto. Il formato di pasta maggiormenete usato nella tradizione pugliese di fatto rimane l’orecchietta, la chitarra o in alternativa ziti, mezzi ziti o lumache.

Viene considerato secondo piatto se accompagnato da sedano, cicoria, olive nere e ravanelli servito scheggiato dalla forma. I vini da abbinare sono certamente rossi strutturati ed invecchiati, quindi i Cabernet, Chianti, Salice Salentino del Conero mai però vini troppo tannici.
Il Canestrato Pugliese si taglia a spicchi e nel carrello le parti tagliate avvolte in un panno di cotone appena inumidito con vino bianco, il coltello impiegato per il taglio del Canestrato Pugliese è così detto a “petto di piccione”.

www.saporiveridelmediterraneo.com

 

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